INCIPIT, chi ben comincia è alla metà del libro
rubrica dei consigli del lunedì
2 MARZO
Luigi Dal Cin – illustrazioni di Cecilia Cavallini, Esopo rap. Versi animali, Einaudi ragazzi (edizioni EL) Trieste, 2020, pp. 87
Elli Woollard – traduzione di Lucia Feoli – illustrazioni di Marta Altés, Favole di Esopo, Einaudi ragazzi (edizioni EL) Trieste, 2020, pp. 91
Ὁ μύθος δελοι οτι
Il racconto dimostra che …
La storia insegna che …
Ricordo ancora nitidamente questa frase, posta quasi come un’epigrafe scolpita al termine delle prime, assai temute, versioni di greco al ginnasio. Tratte dalle favole di Esopo, impartivano a noi ragazzi un supplizio in più, oltre alla fatica della traduzione, cioè il doversi sorbire la “morale” della storia, per di più interpretata da animali (stupidi, a nostro parere di allora) con comportamenti ridicolmente umani.
Credo sia difficile anche oggi proporre la favola a bambini e ragazzi, ben più realistica e diretta della fiaba nel suo intento didascalico, senza correre il rischio di cadere nel moralismo forzato.
Ben ci riesce, utilizzando la rima come “chiave” (sulla scia della tradizione di La Fontaine), la casa editrice Einaudi ragazzi (per i tipi delle Edizioni EL), che ha riproposto a poca distanza l’una dall’altra due versioni delle “Favole di Esopo”, entrambe, appunto, in rima.
La prima, opera di Luigi Dal Cin, addirittura definita “rap”, uscita i primi del mese scorso; la seconda, di Elli Woollard e che leggiamo in italiano nella traduzione di Lucia Feoli, in libreria dal 25 febbraio.
In un’intervista a Dal Cin che ho ascoltato su youtube (https://www.youtube.com/watch?v=g8YTbtShI-w), realizzata dall’emittente Telestense Ferrara, l’autore usa questi termini per definire il suo approccio alle favole: è stato come “togliere la polvere dai vestiti muovendosi a ritmo”, un ritmo tipico di rap, giocando con le metafore. Un’interpretazione ironica e a volte con finale a sorpresa, quasi un gioco di lingua e suono, adatto anche ai più piccoli.
Ecco la chiosa della versione de “La cicala e la formica”:
“Non so dirvi se la storia qui finisca,
ma un invito poi mi piace immaginare:
prima il pranzo con formiche generose,
la cicala, sopra il palco, poi a ballare”.
Una bella “mediazione” direi tra il finale classico e la nota filastrocca di Rodari, che mi è subito tornata in mente:
“Chiedo scusa alla favola antica
se non mi piace l’avara formica
io sto dalla parte della cicala
che il più bel canto non vende… regala!”
Agili e fantasiose anche le rime dell’inglese Elli Wollard (autrice di un’altra novità da poco arrivata in libreria “E’ primavera orsetto!”, Emme edizioni), accompagnate dalle illustrazioni di Marta Altés, dai colori vividi e dal tratto pastoso. Alcune favole sono precedute da un piccolo riassunto, che pone ai bambini una domanda.
Questa all’inizio della favola “Il babbuino e la volpe” (non tra le più conosciute in verità) mi è sembrata particolarmente adatto ai tempi attuali: “Un re, un capo, va scelto con cura: dev’essere autorevole e avere misura. Ma se fossi un animale, chi sceglieresti come sovrano? Un tipo saggio ma noioso, o un buffo ciarlatano?”
Domanda che forse andrebbe posta più agli adulti che ai bambini, ma si sa, le storie per bambini continuano da sempre a parlare anche ai grandi.
Età di lettura dai 4 anni
(Francesca)