Incipit, chi ben comincia è a metà del libro!
RUBRICA di consigli di lettura del lunedì
30 MARZO
“Conosci i bambini della Tribù che puzza? Vivono nel bosco, dall’altra parte della montagna dei Pini Giganti. Sai, vicino ai resti dell’aereoplano che si è schiantato nel 1938.”
Chissà se Elise Gravel, che lo ha scritto, e Magali Le Huche, che lo ha illustrato, abbiano deciso di prendere Il Signore delle Mosche di William Golding, masticarlo, scherzarlo, ribaltarlo e poi scordarlo per produrre questo strano ibrido fra albo illustrato e graphic novel che è La Tribù che puzza.
Protagonista della storia è un gruppo di bambini orfani, che vivono in un bosco fitto nascosto da una montagna e poco distante da un paesino, capace di autogovernarsi, curarsi, nutrirsi ed educarsi in piena autonomia e con grande ingegno, in armonia con la natura, senza mai perdere la gioia ed, ovviamente, senza mai farsi il bagno. L’antagonista è l’inflessibile direttrice dell’orfanotrofio del paese Yvonne Carré, il cui sogno è di catturare i bimbi della Tribù, per sistemarli nel suo splendido ma deserto istituto. Ossessionata dal desiderio di impartire ai piccoli selvaggi le buone maniere, progetta e costruisce una diabolica macchina: la lavatrice di Yvonne Carré.
Non è difficile immaginare che dopo continui tentativi di irretire gli orfani, il richiamo degli zuccheri li trarrà in inganno fin dentro la lava-bimbi, ma che, grazie alla diffidenza e all’astuzia della piccola Fannette Ducoup a capo della Tribù, riusciranno a liberarsi, tornare nel bosco, catturare Yvonne ed i suoi complici, metterli sotto corte marziale, ed, infine, decretare che no gli adulti non hanno sempre ragione e che sì i bambini se la possono cavare anche da soli.
Il finale della storia ci regala un’inaspettata riconciliazione fra mondo dell’infanzia e mondo adulto, nel pieno rispetto dell’autodeterminazione.
Il tono diretto ed interlocutorio della scrittura di Elise Gravel, autrice ed illustratrice canadese (qui vi rimando ad una scherzosa e piacevole intervista dove dichiara il suo debito nei confronti dei libri di Roald Dahl ed illustrati da Quentin Blake http://elisegravel.com/bio/), dialoga allegramente ed in piena armonia con le ironiche illustrazioni di Magali Le Huche, portento francese che ha al suo attivo più di trenta pubblicazioni. L’impaginazione alterna immagini a pagina doppia, singola, passante, sin quasi a costruire delle bande. Il risultato è un allegro caos che rende stimolante e movimentata la lettura, avvicinandosi fedelmente al soggetto.
Una storia per i piccoli, su cui troppo spesso i genitori proiettano aspettative e frustrazioni, certamente utile a corroborare in loro l’autostima ed a confermare l’adeguatezza del loro caos. Ma anche un giocondo memento per gli adulti a ricontattare gli aspetti più belli dell’infanzia, quelli che ci avvicinano pericolosamente alla concordia e alla libertà.
di Elise Gravel, illustrazioni Magali Le Huche, LA TRIBÙ CHE PUZZA, Edizioni Clichy, 2020, pp. 32.

Età di lettura: dai 5 anni in su.
(Maria)