“Mio padre sa andare in bicicletta con una gamba sola. Del resto ne ha una sola. Una e mezza, per la precisione. Sa andare in bicicletta con una gamba sola indossando un marsupio sul davanti con un bebè dentro e con le stampelle sul manubrio. Personalmente non l’ho mai visto portare un bebè, perché il bebè ero io, ma me l’ha raccontato. Lo racconta spesso.”

Ole è un ragazzo di tredici anni dai ricci rossi, il cui passato rivive quando torna con il padre nella casa che hanno ereditato da un nonno, che non sapeva nemmeno di avere.

Il trasferimento nella casa, a detta di suo padre, sarà temporaneo, giusto il tempo di trovare degli acquirenti. Mentre la madre di Ole parte per un viaggio in Tibet di tre mesi programmato da tempo per ritrovare sé stessa, padre e figlio si trasferiscono nella vecchia casa, avvolta dalla vite americana ed immersa nel bosco.

La casa di una famiglia è la storia di famiglia e così gli oggetti al suo interno. È il tavolo della cucina fissato con le gambe al pavimento il primo oggetto a svelare un brutto segreto. A quel tavolo, il nonno di Ole legava ad una delle zampe il suo secondo figlio Arie, per non farlo muovere. Per questo motivo il tavolo deve essere buttato, perché lo zio Arie non debba più vederlo.

Così mentre padre e figlio sistemano al meglio la casa, lentamente ma inesorabilmente, grazie ai primi contatti con le persone del paese, Ole viene a conoscenza dell’orribile storia di suo nonno, dei traffici di burro come merce di contrabbando con il Belgio alla fine degli anni Cinquanta e di come suo nonno impiegasse i suoi figli in queste operazioni.

Mi è rimasta impressa una frase, che Ole dice a suo padre: “La sincerità è la più bella dignità” e credo che sia tutta qui la forza di questo ragazzo, che prende per mano suo padre e lo aiuta a ripercorrere un passato doloroso, perché vissuto per colpe dei grandi. È un romanzo emozionante ancora una volta quello di Annet Huizing, che racconta della famiglia, quella vera, costruita sulle scelte sbagliate dei “padri”, che inevitabilmente ricadono sui figli, delle colpe che non si dovrebbero ereditare eppure lo fanno sotto la forma più inconscia e profonda. Ma è anche una storia di belli e fortunati incontri, che nella vita aiutano ad alleggerirsi l’anima, come l’amicizia sincera e incoraggiante di Ole con la sua compagna Anastazja e quella del padre con Pola, la ceramista che trasferirà il suo laboratorio nella loro casa. Allora sì che la casa di famiglia potrà tornare a vivere, insieme a nuovi oggetti e nuove anime!

Per lettrici e lettori dagli 11 anni

(Mariella)

“La casa del contrabbandiere” di Annet Huizing, La Nuova Frontiera Junior 2022 nella traduzione di Anna Patrucco Becchi.