Incipit 15 Marzo – IL FATO DI FAUSTO

Incipit 15 Marzo – IL FATO DI FAUSTO

E’ arrivato pochi giorni fa sui nostri scaffali IL FATO DI FAUSTO, una favola dipinta di Oliver Jeffers pubblicata in Italia per Zoolibri ed uscita originalmente nel 2019 per Harpers Collins.
La casa editrice italiana ci propone questa novità a pochi giorni dalla ristampa del primo albo di Jeffers, COME TROVARE UNA STELLA, ormai alla sua terza edizione.

Con questo nuovo lavoro, Jeffers ci consegna, come chiaramente espresso nel sottotitolo, una favola. Dipinta. Sì, perché si tratta di un albo dove apparentemente l’equilibrio fra testo ed immagine si sbilancia totalmente a favore di quest’ultima. Riconosciamo il suo tratto inconfondibile ed essenziale, fatto di linee sottili che si inspessiscono per prendere dinamismo grazie a colori pastosi e vividi. Ma qui ogni immagine si staglia sul bianco della pagina e su questo posa. Si tratta, infatti, di un libro fatto di pieni e vuoti, dove il bianco si fa spazio di riflessione e megafono per l’icona e la parola. Una sintesi che diviene segno vivo. Ecco, allora, che, tenendo fra le mani questo bel libro dall’elegante formato, la disposizione ragionata di testo ed immagini si attiva in un dialogo materico che chiama in causa ogni elemento dell’oggetto stesso.

“C’era una volta un uomo convinto di possedere ogni cosa e per questo deciso a fare la conta dei suoi averi”.

La storia è tutta in quest’incipit. Fausto è un uomo arrogante, il cui desiderio è possedere ogni cosa che lo circonda; preso da questo climax di avidità, si appropria di un fiore, una pecora, un albero, un campo, una foresta, un lago. E poi di una montagna. Convinto di poter piegare la natura alla sua rabbiosa volontà, e poiché ciò che ha conquistato non gli pare ancora abbastanza, e rivendica il suo potere anche sul mare. E qui Fausto si fa antieroe nel solco della classicità, peccando di ubris e andando oltre i suoi limiti umani, guidato da una cieca arroganza. Jeffers ritrae un piccolo essere contro una natura profondamente più ampia dei limiti dell’animo umano. Non una Matrigna, certo, e nemmeno una madre indifferente, ma un’entità che ci precede e probabilmente ci sopravviverà.

Si tratta di una favola, dunque, ma forse potremmo spingerci oltre e definirla un exemplum capovolto, un’operetta morale, un racconto zen. Jeffers ci consegna, come è solito fare, un racconto filosofico. Lineare, inequivocabile, concluso, eppure profondo come il mare che dipinge. Pensiamo all’evoluzione dei suoi lavori, da “Come trovare una stella” a “Chi trova un pinguino…”, passando per “L’incredibile bimbo mangia libri”, “Il cuore e la bottiglia”, “Nei guai”, “La bambina dei libri”, sino ad arrivare a “Noi siamo qui”: non ci sono temi che via via vengono declinati in storie pronte all’uso, ma un discorso unico, complesso e potente che si fa poetica, partendo dall’osservazione del mondo e ponendosi domande, e cerca risposte mai definitive che sanno indossare le lenti dei bambini.

Ne “Il fato di Fausto”, ma non solo, questa traccia sotterranea che percorre la produzione di Jeffers prende vita attraverso un elemento cromatico fluorescente che attraversa il racconto, vestendo elementi leggerissimi del discorso, un fiore, la luna…

Questa luminescenza mi ha fatto pensare ad una sua opera che da il titolo ad una mostra del 2019, inaugurata a NewYork, presso la Brice Wolkowitz Gallery: si tratta di “For all we know”. Un dipinto che raffigura un uomo di mezza età, occhialuto ed abbigliato come un cameriere, che, in piedi su una barchetta in mezzo al mare, sopraffatto dal cielo stellato, protegge con la mano la fiammella di una candela, la cui luce si connette alle architetture cosmiche. Un uomo buono e sollecito pare, una sorta di contraltare di FAUSTO, testimone di un’umanità che resiste.

https://www.oliverjeffers.com/forallweknow

Una fiamma sacra, ancestrale, da custodire ed alimentare, come era il fuoco sacro della Dea protetto delle Vestali, mistero impenetrabile, ma anche fuoco della conoscenza, del progresso, della creatività, furto di Prometeo agli Dei. Fame di sapere che sospinge la nostra specie dall’alba dei tempi, definendo ciò che siamo.

Questa costante riflessione su chi siamo, dove siamo, da dove veniamo e dove andiamo permea, dunque, non solo la produzione dell’artista che si rivolge ai bambini, ma ogni suo progetto creativo, nel rispetto pieno dell’organicità della vita, dei suoi stati e dei suoi passaggi. Potrebbe essere interessante farsi un piccolo viaggio sul suo sito, ricco di materiali e stimoli: https://www.oliverjeffers.com/

Vi lascio con un’interessantissima TED Conferenze, un’ode della vita sul pianeta terra, che Jeffers ha prodotto durante i mesi del primo lockdown del 2020. Sintesi del suo sguardo sul mondo, capace di lenire e, assieme, incoraggiare l’anima di noi tutti suoi lettori.

IL FATO DI FAUSTO di Oliver Jeffers, Zoolibri, 2021, pp. 96.

Età di lettura: dai 4 anni

(Maria)

 

Incipit, chi ben comincia è a metà del libro! Rubrica di consigli del lunedì, a cura delle libraie di Ponteponente – 1 marzo 2021

Incipit, chi ben comincia è a metà del libro! Rubrica di consigli del lunedì, a cura delle libraie di Ponteponente – 1 marzo 2021

“Domani abbiamo la verifica d’inglese, quindi Natascha ha detto a sua mamma che studiavamo insieme e per questo è venuta da me. Ci siamo sdraiate un po’ sul pavimento, abbiamo aperto i libri, ci siamo chieste a vicenda dei vocaboli e poi abbiamo guardato la grammatica. Infine Natascha ha chiesto: ‹Tu hai capito›. ‹Sì e tu?›” ho risposto e lei ha annuito. Allora abbiamo chiuso i libri”.

Pauline ha undici anni, è figlia di genitori separati, così vive e si divide per metà settimana con il papà, la sua compagna Jette e il fratellino Jonathan e per l’altra metà da sola con la mamma.
La vita scorre normalmente tra scuola e famiglie, fino a quando, prima la sua migliora amica Natascha e poi anche sua madre, si innamorano. Cosa succede alle persone quando si innamorano? Cosa significa innamorarsi?
Leggere questo romanzo è come rileggere il diario delle vostre confessioni, il racconto delle delusioni, delle gelosie e dei litigi ancor prima che dei primi amori: un viaggio a ritroso fino a quel momento esatto, quando la vostra migliora amica ha smesso di interessarsi completamente a voi e ha iniziato a parlare di quel ragazzo di scuola, del mare, del campeggio o di chissà quale altro posto. E anche se disorientate avete intuito che un capitolo della vostra crescita si era per sempre chiuso. Ma la domanda è: eravate pronte a quel passaggio?
È un attimo così sconvolgente che si fatica a decifrare, che tu sia un adolescente o un adulto, hai il vocabolario in mano ma ti mancano le parole, sai solo che iniziano con la A…
Questo vortice di sentimenti è raccontato con estrema semplicità e sincerità dalla scrittrice tedesca Tamara Bach (vincitrice del Premio LUCHS nel 2019), il ritmo è incalzante e la narrazione risulta immediata ed empatica. Con grande sensibilità l’autrice riesce a raccontare quella crepa sottile, quella soglia invisibile tra infanzia e adolescenza, quel preciso attimo in cui un sorriso inaspettato, una passione comune, una lettera spiritosa, ci spinge a chiederci: è forse questo l’amore?
Sarò per sempre grata al lavoro immenso della traduttrice Anna Patrucco Becchi (Premio Strega Ragazze e Ragazzi nel 2019), posso affermare con convinzione che la narrativa della collana Junior de” La Nuova Frontiera Junior” è sempre presente sugli scaffali di Ponteponente, per noi è garanzia di alta qualità.

Per lettrici e lettori a partire dagli undici anni

“Le parole che iniziano con A” di Tamara Bach, traduzione di Anna Patrucco Becchi, La Nuova Frontiera Junior, 2021.
(Mariella)

INCIPIT chi ben comincia è alla metà del libro: POMELO SOGNA

INCIPIT chi ben comincia è alla metà del libro: POMELO SOGNA

“Molto spesso Pomelo fa lo stesso sogno. Un sogno di soffioni”.

Un piccolo elefante rosa, con una proboscide lunghissima, che vive in un orto-giardino, tra soffioni e fiori di carciofo, in compagnia dei suoi amici Gigi la lumaca, Gantok la tartaruga e Rita la rana. Ecco a voi: POMELO.Ne parliamo nella rubrica “INCIPIT, chi ben comincia è alla meta del libro”, dedicata all’ultimo libro della collana, “Pomelo sogna”, uscito per Terre di  mezzo a fine gennaio di quest’anno.

Pòmelo Pomèlo o Pomelò? Qualunque sia la pronuncia esatta del suo nome siamo di fronte ad un personaggio che ispira simpatia a prima vista. Il pomelo è un frutto, uno dei più antichi agrumi mai coltivati, originario della Cina ed in effetti la forma a metà tra una mela e un pomodoro del nostro elefantino, (non il colore, che è un bel rosa confetto) gli assomiglia proprio tanto, a parte la lunghissima proboscide, simile al tubo di una doccia. Popolarissimo in Francia (dove è noto come Pomelò), nato nel 2002, le sue avventure sono state tradotte in 17 lingue. L’autrice del testo è Ramona Badescu, scrittrice francese di letteratura per l’infanzia, originaria della Romania; le illustrazioni sono opera di  Benjamin Chaud, illustratore francese di chiara fama, conosciuto in Italia soprattutto per la serie di storie di Orsetto, pubblicate da  Franco Cosimo Panini (Una canzone da orsi, Pupidù orsi in pista, Un ballo da orsi e Orsetto e la casa nel bosco, che trovate quasi sempre a Ponteponente), per gli albi di Mezzacalzetta (pubblicati sempre da Terre di Mezzo) e la serie delle avventure dei Piccoli Marsù (Bohem press Italia).

In Italia le avventure di Pomelo erano già state pubblicate dall’editore De Vecchi nel 2006. La casa editrice Terre di Mezzo ha riproposto finora tre libri: “Pomelo elefantino da giardino”, nel febbraio 2020; “Pomelo elefantino innamorato” nell’agosto 2020 e infine “Pomelo sogna”, uscito appunto il 28 gennaio 2021. Ciascun volumetto, di formato quasi tascabile e con copertina morbida, contiene tre piccole storie. In “Pomelo sogna” possiamo leggere, oltre alla prima storia che dà il titolo alla raccolta, “Una specie di patata” e “E’ carnevale”.

Nella prima Pomelo sogna sotto il suo soffione: i suoi sogni sono belli o meno belli, definiti o sfocati, divertenti o paurosi. Possono essere di tutti i colori o di un colore solo, come “i sogni blu”. Nella seconda Pomelo incontra un giorno uno strano personaggio a forma di patata gialla, che parla una lingua tutta sua, con cui cerca di comunicare e alla quale alla fine racconterà una storia “per immagini”, servendosi (come gli capita spesso) della sua proboscide. Nella terza Pomelo decide di rallegrare un giorno qualunque inventandosi un Carnevale, invitando i suoi amici a travestirsi (le lumache si trasformano in un treno, la tartaruga Gantok diventa un capo indiano, le api dei terribili pirati, le lucciole lampadine). Dopo un bel po’ di divertimento, la giornata di conclude (ovviamente) sotto il grande soffione, trasformato, per l’occasione in un … grande micione!

Si tratta quindi di storie molto brevi, una serie di imprevedibili piccole avventure, caratteristiche queste che potrebbero far pensare alle protostorie, generalmente proposte ai bambini dai due anni in su. Ma le storie di Pomelo (in tutti e tre i volumetti della serie) hanno secondo me qualcosa in più: una nota di umorismo freschissima, che mostra la capacità del buffo e tenero protagonista di guardarsi intorno e riconoscere la bellezza delle piccole cose della natura e di rallegrarsene, ma anche di saper fare piccole e profonde riflessioni e saper riflettere in modo semplice e delicato sulle proprie emozioni.

Le illustrazioni espressive, con colori generosi e vivaci, a volte su doppia pagina, accompagnano alla perfezione i testi.

Una piccola chicca quindi, che consigliamo come prima lettura autonoma per lettori alle prime armi, ma anche come lettura condivisa dai 3-4 anni in su. In libreria trovate tutti e tre i titoli della serie.

R. Badescu – B. Chaud, Pomelo sogna, Terre di Mezzo editore, 2021, 96 pp. – collana Acchiappastorie

(Francesca)