INCIPIT, CHI BEN COMINCIA E’ ALLA META’ DEL LIBRO 9 MAGGIO 2022
IL CUSTODE DEL BOSCO
“Comincia il mattino. E io mi avventuro in un piccolo viaggio. Dipingere. Il profumo dei fiori e delle erbe aromatiche mi avvolge. Corro, con i piedi bagnati dalla rugiada, allargando le braccia come ali, e accanto a me vola un uccellino giallo.”
Il nostro INCIPIT di oggi è dedicato all’albo illustrato bilingue italiano-ucraino “Il custode del bosco” di Oleksij Čerepanov, edito da @Il castoro nello scorso mese di aprile. È il frutto di uno speciale progetto di solidarietà a sostegno di Refugees Welcome Italia. Una fiaba dall’atmosfera sognante, per far nascere e custodire nuove amicizie.
In una chiara mattinata di primavera un bambino decide di avventurarsi nel bosco per dipingere. Il suo sguardo si apre alle meraviglie incantate della natura che lo circonda. Lo accompagna in questo viaggio di scoperta un piccolo uccellino giallo, uno spirito custode del bosco, che si trasforma a tratti in un vecchio dalla lunga barba bianca. Tra sogno e realtà il bambino incontra varie creature, vere e immaginarie: elfi e volpi, unicorni e gufi, conigli, fiori variopinti e alberi millenari, che stringe in un caldo abbraccio. Tutto è possibile: cavalcare un unicorno, parlare con le nuvole ed osservare in silenzio gli elfi che vivono tra i fili d’erba. Con gli occhi pieni di bellezza il bambino tornerà poi a casa. Il bosco, da sempre potente archetipo fiabesco, diventa qui metafora di scoperta, condivisione, speranza. Basta poco, semplicemente a volte quello che abbiamo accanto, per scoprire meraviglie. Il mondo di un bambino è sempre luminoso e magico, da qualunque parte del mondo si arrivi e qualunque lingua si parli.
Mentre la guerra in Ucraina continua ad infuriare, il mondo della civiltà dell’infanzia prosegue il suo impegno educativo, culturale, inclusivo con piccoli gesti concreti. Sono oltre centomila i profughi ucraini che si trovano attualmente in Italia, in un clima di forte incertezza, senza sapere se per loro sarà possibile il ritorno a casa. Molti sono bambini: i più piccoli, inermi e innocenti sono da sempre “le prime vittime civili di ogni incivile conflitto”. Questo libro, in edizione bilingue italiano e ucraino è quindi un piccolo “ponte” per favorire nelle rispettive lingue l’integrazione e lo scambio in atto tra bambini italiani e ucraini, in fuga dalla guerra e rifugiati in Italia. L’intero ricavato della vendita delle sue copie verrà devoluto all’organizzazione Refugees Welcome Italia (www.refugees-welcome.it) per sostenere un meritorio lavoro di accoglienza dei piccoli profughi nelle famiglie.
La casa editrice Il Castoro in un’intervista ha così motivato il progetto: “Di fronte alla tragicità di quanto sta accadendo, abbiamo deciso di attivarci attraverso quello che ci rappresenta di più, ovvero il nostro lavoro di editore e le storie per bambini, dando vita a un progetto di solidarietà che ci auguriamo possa unire le persone, creando reti di sostegno e di relazioni, nonché linguistiche”. Una storia che è anche di forti legami: “Tutto nasce dall’amicizia con l’editore ucraino Ranok, di Kharkiv, che negli anni ha tradotto nel suo paese molti libri importanti del nostro catalogo, tra cui “Nebbia” di Marta Palazzesi e “Matita HB” di Susanna Mattiangeli e Rita Petruccioli”. Oleksij Cherepanov è pure un autore ucraino di Kharkiv. Dopo essersi laureato all’Istituto d’Arte della sua città natale, ha iniziato a lavorare nel campo dei libri, con oltre venti editori di diversi paesi del mondo, illustrando in particolare enciclopedie di animali e albi per bambini. La sua tecnica utilizza acquarelli e matite, evocando atmosfere intrise di poesia e amore per la natura.
Del libro si parlerà anche domenica 22 maggio al Salone del Libro di Torino (ore 14.00-Sala Gialla–PAD 2) nell’incontro «Da Kharkiv un libro italiano-ucraino per costruire ponti». Con Nello Scavo (giornalista di «Avvenire») e Matteo Bassoli (Refugees Welcome Italia) e la lettura dell’attrice Lidia Liberamn, è attesa anche la testimonianza dell’editore ucraino Ranok, al momento sfollato. Un incontro per parlare di accoglienza e integrazione in tempi di guerra, fragili, drammatici e insensati. Un piccolo messaggio di speranza, ma le cose grandi nascono, sempre, da quelle più piccole.
IL CUSTODE DEL BOSCO, di Oleksij Čerepanov, traduzione di Lorenzo Pompeo, Il castoro, 2022
Rubrica di consigli di lettura, a cura delle libraie
Come spesso accade in libreria, i libri si rincorrono e si incontrano per magia. L’incipit di questa settimana è dedicato a due albi per la primissima infanzia: Gli animali della fattoria di Francois Delebeque @L’ippocampo ragazzi e Lo sai chi siamo di Taha Hoban @Editoriale Scienza. Il motivo del loro abbinamento sarà presto detto…
Nel suo ultimo saggio “Vivere la lettura. Come legge il cervello del bambino da zero a sei anni” (Idest 2021), Luigi Paladin ribadisce a coloro i quali si occupano di progettare, realizzare, illustrare libri per la prima infanzia che “non bisogna prendere alla leggerezza la realizzazione di un libro per i più piccoli, ma attuare una ricerca documentata e finalizzata, come un divulgatore che conosce le tappe evolutive e sa finalizzare le sue abilità espressive e grafiche”. D’altronde sottolinea ancora Paladin “le continue ricerche sulla percezione ci prospettano i processi cognitivi con i quali il bambino interpreta le immagini e il testo”. Veniamo dunque, ai due albi freschi di pubblicazione in Italia, ma editi all’estero da più di un decennio (titoli originali “Les Animaux de la ferme” Editions des Grandes Personnes 2010 – “Who are they? HarpersCollins Publishers 1994).
François Delebecque è un artista visivo e fotografo, crea volumi, carrelli-scultura e cortometraggi, l’ultimo intitolato Marfatrain (2016). Accanto a tutte queste attività artistiche, pubblica libri per bambini, utilizzando ogni volta la fotografia. In “Gli animali della fattoria” dietro a ogni finestrella illustrata da una silhouette a ombre cinesi si nasconde un animale, fotografato da Delebecque. Mucca, gallina, capra, cavallo, anatra, asino, maiale, cane, gatto, coniglio, ma anche i loro simili e loro cuccioli (per far conoscere al bambino la varietà del mondo, che sia animale, umano o inanimato) sono tutti gli animali nascosti che il bambino gioca a indovinare.
Taha Hoban è stata un’artista, fotografa e film maker americana. Ha iniziato la sua carriera come fotografa pubblicitaria prima di dedicarsi alla fotografia per l’infanzia. Dagli anni ’70 è stata tra le prime a proporre albi fotografici per l’infanzia, soprattutto concept book, in cui l’originale dimensione artistica si abbina alla capacità di coinvolgere i piccoli e i giovani lettori. È riconosciuta come un’innovatrice perché ha pensato di creare dei libri in bianco e nero per i primi mesi di vita del bambino, basandosi sugli studi della percezione visiva infantile: appena nati i bambini hanno una vista poco sviluppata, con una limitata capacità di messa a fuoco. Sono pertanto attratti da immagini con contorni netti e forti contrasti di luminosità, ben staccate dal fondo, realistiche e immediatamente riconoscibili.
Nel cartonato “Lo sai chi siamo?” Tana Hoban ha realizzato un libro che raffigura tanti cuccioli di animali assieme alle loro mamme. Man mano che si scorrono le pagine, i cuccioli aumentano, da uno a cinque, così oltre al riconoscimento degli animali raffigurati con la tecnica della silhouette, si può iniziare a contare.
Tornando al saggio di Paladin, che raccoglie alcune importanti principi sulla base degli ultimi studi delle neuroscienze, mi sembra siano due i criteri di progettazione che vengono rispettati in questi due titoli:
“Silhouette come aiuto di riconoscimento: grazie alla povertà dei dettagli e all’essenzialità delle forme, la particolare tecnica di ritaglio di foglie di carta nera, definita come silhouette (dal nome di chi la inventò), favorisce il riconoscimento di oggetti o animali che si ritiene siano già conosciuti direttamente o tramite immagini fotografiche e disegni.(…) Il profilo, al pari della linea di contorno, circoscrive le peculiarità dell’animale rappresentato e fa di quell’animale una mucca, una pecora e non un maiale.
“Il cervello ha bisogno di stupirsi: al bambino piace il meccanismo della sorpresa, della scoperta, vedere cosa c’è sotto, quello che manca” e così la lettura si fa gioco e la domanda sarà: “indovina chi c’è sotto?”
Giocando con una serie di fortune e sfortune, ispirata da Remy Charlip e dal suo imperdibile “Fortunatamente” di Orecchio Acerbo, mi sento di dire che: sfortunatamente in Italia questi libri non avevano intercettato ancora il grande pubblico, ma fortunatamente da poco più di un anno editori illuminati come Camelozampa e Editoriale Scienza hanno dato il giusto valore ai suoi libri e così sono tornati disponibili: il leporello Bianco e Nero (Ed. Scienza 2021) e i due cartonati Che cos’è e Giallo, rosso, blu (editi da Camelozampa). Sfortunatamente di libri fotografici ce ne sono ancora troppo pochi, così com’è davvero poco apprezzata dagli adulti l’immagine fotografica rivolta ai bambini, ma fortunatamente per chi vive a Roma o può raggiungerla con facilità, si potrà apprezzare da vicino l’opera di Taha Hoban, visitando la mostra “Guardare è un gioco”, una mostra curata dallo Scaffale d’arte al Palazzo delle Esposizioni. E ora che ci penso meglio, siamo più fortunati di prima!
(Mariella)
Età consigliata per “Gli animali della fattoria” a partire dall’ anno e “Lo sai chi siamo?” a partire dai primi 6 mesi.
Incipit, chi ben comincia è a metà del libro! RUBRICA di consigli di lettura del lunedì – speciale LUCCIOLA
Lunedì 25 Aprile 2022
“C’era una volta, nello spazio, un lontanissimo pianeta blu. A prima vista sembrava solo una normale sfera blu, tanto che astronomi e astronauti non gli avevano dedicato che qualche rapida occhiata. Una volta al giorno, in un’orbita circolare, una luna compiva un giro attorno al pianeta, il sole sorgeva e tramontava, la brezza faceva ondeggiare l’erba e i fiori e dalle alte montagne le cascate si buttavano giù in gole profonde. Nel cielo vagavano le nuvole, dietro cui brillavano le stelle. Le terre erano di ogni forma e dimensione e intorno a ciascuna c’era un mare che a volte era uno specchio azzurro e altre volte era così agitato e grigio che le onde, rovesciandosi sulla riva, ricadevano sulla sabbia in migliaia di goccioline.
Ma c’era una cosa che rendeva quanto mai singolare il pianeta blu: ci vivevano solo bambini. Ovviamente piante e animali non mancavano, ma per il resto c’erano soltanto bambini, bambini di ogni genere: piccoli e grandi, grassi e magri, e anche strani, come quello che vedi allo specchio. Erano più di cento, i bambini: insomma, innumerevoli.”
Chissà, nell’Universo infinito, quanti pianeti esistono simili eppure diversi alla nostra Terra…
Lì, dove il nostro occhio non arriva, sul pianeta blu (luogo incantato, che non richiede nemmeno una lettera maiuscola per definirsi), vivono eterni bambini in piena armonia col tutto, senza leggi né cultura: essi sono natura. Gli elementi li avvolgono, fra meraviglie e pericoli, in una festa perenne fra cascate, riti di caccia, dischiudersi di fiori, inseguimenti di lucciole ed attese. In un mondo in cui nessun adulto potrebbe vivere.
L’equilibrio sottile si rompe un giorno, a ridosso di un evento prodigioso che si ripete sul pianeta blu ogni anno: il risveglio dal letargo delle farfalle nella grotta sul monte Luce, per un volo tutto colore lungo un giorno, sopra terre, mari, monti e valli, per poi tornare nell’oscurità della grotta.
E un giorno, mentre alcuni bimbi, che abitano su una piccola isola del pianeta, attendono la grande meraviglia, dallo spazio cade un’astronave che trasporta uno strano uomo, un adulto, chiamato Gaio Fracasso. Burlone e strampalato, egli vaga per lo spazio, promettendo la felicità, trasportato da un trabiccolo che usa una particolarissima propulsione. Come una sorta di malefico maieuta, cava fuori dai bambini dell’isola desideri che essi non avevano mai osato nemmeno immaginare, direzionandoli con abilità. E così dà loro il dono del volo, rubando la polvere alle farfalle; la possibilità di non doversi mai lavare, creando con l’arcobaleno e le cascate una sostanza speciale detta teflono; allontana dalla loro porzione di cielo le nubi, inchiodandovi il sole, per non far più sopraggiungere le tenebre. Ma tutto ha un costo: lo ha per i bambini dell’isola, infatti ad ogni desiderio che Fracasso induce in loro corrisponde la richiesta di un pezzettino della loro giovinezza, e lo ha per il resto del pianeta blu. Là dove son state ricacciate le nubi e il sole non giunge più esistono altri bimbi, che osservano la loro parte di mondo andare alla deriva, fra gelo e tenebre. Toccherà a due dei bambini volanti, Brimir e Hulda, toccare i limiti di una felicità insostenibile, perdersi e ritrovare la verità.
Nel finale del racconto, non senza passare attraverso resistenze ed avversità, il conflitto verrà evitato, l’equilibrio ristabilito, l’allegro Mefistofele smascherato ed il suo sogno segreto assecondato dall’astuzia degli abitanti dell’isola che sapranno rivolgere a loro favore le circostanze.
La promessa di felicità… quanti nodi contiene la parola di Gaio Fracasso? Viviamo in un sistema che costantemente si offre di avverare i nostri desideri a costi apparentemente bassi, ma, a guardare bene, questo stesso sistema abbatte giorno dopo giorno verità e bellezza, con conseguenze insostenibili, pascendoci in un oceano di illusioni.
Quante cose ci sono in questa storia! Partendo da una situazione fiabesca, Magnason ricostruisce la nostra società in scala fantastica, regalandoci spunti di natura filosofica ed ecologica, ragionamenti sulla natura e sul destino dell’umanità e, soprattutto, generando domande riguardo la nostra capacità di andare oltre i piccoli egoismi.
“La storia del pianeta blu” è un libro che è stato scritto nel 1999, un’opera sospesa a metà strada fra una distopia saramaghiana, un concentrato faustiano ed una favola di Andersen, abitata da personaggi degni di Jarry, scritta con una prosa arguta e scorrevolissima, fatta di immagini poetiche e vivide, e assai ben tradotta da Maria Cristina Lombardi. Il suo autore, Andri Snær Magnason, islandese di nascita, è sì uno scrittore, un intellettuale che da tempo si occupa di divulgazione scientifica e temi ambientali, un poeta, performer ed attivista, ma si è anche candidato alle ultime elezioni presidenziali del suo Paese. Con questo libro, pubblicato in 26 nazioni, ha vinto numerosi premi: il Premio per la Letteratura islandese, il Premio Janusz Korczak e il West Nordic Council’s Children and Youth Literature Prize.
Colpisce pensare che questa storia abbia già più di vent’anni di vita e che in questo lasso di tempo l’urgenza legata a i cambiamenti climatici ci stia sempre più rendendo difficile immaginare un mondo dove l’uomo sia cosciente di essere parte della natura e non suo demiurgo. Eppure continuare a raccontare storie e parlare per metafore è certamente una delle ultime azioni che ci resta per modificare il nostro pensiero e la nostra cultura, cercando, proprio attraverso la letteratura, quella scintilla che brilla nel fondo anche dei cuori più duri e capace d’incendiare la cieca notte in cui siamo precipitati, ritrovando l’ardore che solo i fanciulli abitano.
LA STORIA DEL PIANETA BLU di Andri Snær Magnason, illustrato da Andrea Antinori, traduzione di Maria Cristina Lombardi, Iperborea, 2022, pp. 192.
INCIPIT, CHI BEN COMINCIA E’ ALLA META’ DEL LIBRO 11 APRILE 2022
PICCOLO VERDE
“Esci di casa, guardati intorno, la meraviglia ti aspetta ogni giorno
Là dove giochi, corri e cammini
Spuntano splendidi parchi e giardini”
Per il consiglio di lettura di questo lunedì, dal nostro Scaffale Lucciola, una bella novità per i più piccoli!
Chiara Carminati e Massimiliano Tappari ci regalano (dopo a “Fior di pelle”, “Ninna no” e “Quattro passi”, tutti editi dalla Lapis edizioni) un nuovo cartonato, che propone l’accostamento tra testo poetico e fotografia: Piccolo verde, edito da @editoriale Scienza ed uscito alla fine di marzo.
Protagonista questa volta è “il verde che non ti aspetti” (o meglio che non vedi): strisce d’erba alla giuntura tra due mattoni; quella margheritina che spunta solitaria in mezzo al cemento del marciapiede; la piantina grassa che mette radice tra le spine. Piccoli particolari, piccoli ecosistemi verdi, che proprio in quanto tali sono invisibili agli occhi dei grandi ma evidenti, invece, per i giovanissimi osservatori, anche in virtù della loro “piccola” altezza.
Ce ne parla un’unica poesia, che si divide pagina per pagina e che si dipana foto dopo foto, dando ai singoli versi la forza dello “scatto” proposto.
La poetica che sottende al libro è quella dell’ “occhio ladro” (dal titolo dell’omonimo libro degli stessi autori, vincitore del Premio Andersen 2021 come miglior libro fatto ad arte): osserva bene quello che ti sta intorno, presta attenzione alle piccole cose e ai dettagli e ruba con gli occhi i particolari. Soffermati su questi piccoli giardini nascosti (che sono esempio della forza e della tenacia della natura) e stupisciti.
Dalle piccole cose può sempre nascere meraviglia!
Il formato quadrato e maneggevole rende questo libro perfetto per accompagnare una passeggiata in questi giorni di primavera.
Il volume fa parte della collana “I libri dell’Orto”, realizzati in collaborazione con l’Orto Botanico dell’Università di Padova che nel 2022 festeggia il suo 800° anniversario.
Trovate maggiori informazioni su questa ricorrenza qui:
Rubrica di consigli di lettura del lunedì, a cura delle libraie – SPECIALE LUCCIOLA
04 APRILE 2022
“C’era una volta una bambina a cui piaceva molto perdersi. Lo faceva bene, perché poi era brava a ritrovarsi, e quindi sapeva quando era il momento di tornare a casa senza che nessuno si agitasse per lei (…) Invece no: quando decideva di perdersi andava nel grande prato dietro casa, lo attraversava tutto, si affacciava al limitare della foresta e s’incamminava all’ombra dei grandi alberi, che diventavano sempre più grandi e sempre più fitti. Non aveva paura: sapeva precisamente dove stava andando. Perché nel cuore della foresta, in una piccola radura, la aspettava l’uomo verde.”
Così tra la bambina e l’uomo verde, le cui righe nella corteccia e gli occhi nelle cavità formano il volto, ha inizio un’amicizia unica, fatta di silenzi e parole (“era bello, essere da soli insieme”), l’uomo verde racconta di storie verdi e marroni, di alberi, foglie, erbe, fiori e di ascolto e la bambina ascolta con profondo e sincero rispetto. Si susseguono, come dolci giuggiole, le storie dell’uomo verde: storie affascinanti, alcune spiritose, altre più spaventose, come quella delle formiche che vogliono guardare le stelle negli occhi, la leggenda di Dafne e Febo o la storia di un bambino che riesce a sentire il rumore dell’erba che cresce perché “è bravo ad ascoltare. E questa cosa di ascoltare è importante, perché se non lo si fa non si impara a conoscere gli altri, e a sapere di cosa hanno bisogno. E questo vale per i prati come per le persone, veramente.”
Sono undici racconti delicati e profondi, in cui la natura è protagonista, non solo scenario, nell’esprimere vitalmente i nodi dell’animo umano. Le storie tessute da Beatrice Masini, invitano all’ascolto, di sé e degli altri. Noi ascoltiamo insieme alla bambina le parole sagge dell’uomo verde, che ci dimostra come le fiabe, così come affermava Italo Calvino, sono “vere”, così autenticamente umane e universali. Alla fine di questo lungo tempo di narrazioni, Beatrice Masini conclude il primo racconto, quello dell’albero -uomo verde, ormai solo in attesa della bambina, che d’improvviso ha smesso di andare a trovarlo, forse perché diventata grande, forse per altri motivi… Ma l’uomo verde ha la pazienza di aspettare e mentre attende pensa ad una nuova storia da raccontare oppure, si dice tra sé e sé, racconterà la vecchia storia, perché potrà raccontarla ad una nuova bambina…
“Storie dell’uomo verde” è presente nel nostro scaffale LUCCIOLA, scaffale dedicato ai temi ambientali ed ecologici, all’amore per la natura, per gli alberi e le piante. Quando l’ho trovato, ho pensato che avessi trovato un amico, un prezioso amico…
Per lettrici e lettori dai 7 anni, adatto alla lettura condivisa a partire dai 5 anni
Mariella
STORIE DELL’UOMO, di Beatrice Masini, illustrazioni di Giuditta Gaviraghi, Einaudi Ragazzi 2013, pp. 96, Collana dei piccoli.
Incipit, chi ben comincia è a metà del libro! RUBRICA di consigli di lettura del lunedì – speciale LUCCIOLA
“Lontano, nelle profondità marine, Respirus si guardava intorno e non aveva che una sola idea in testa… Andare via! Fuggire! Scappare!”
Sabato mattina al parco ho letto Respirus ad un piccolo gruppo di bambine e bambini. Due bambine, credo di terza elementare, ascoltata la storia, hanno cominciato a discutere se si trattasse di un mito o di una leggenda.
G.: “Non ci sono divinità, quindi è una leggenda!”.
M.: “Ma lui è un eroe, quindi è un mito”.
G.: “No, è una leggenda, Respirus è un pesce. Comunque è un mito!”
M.: “Che mito Respirus!”.
Questo gioiello illustrato, pubblicato originalmente nel 2020 da Gallimard Jeunesse, scritto ed illustrato da Roberto Prual-Reavis, artista visivo e disegnatore d’oltralpe, è appena stato portato qui dalla casa editrice Sinnos, tradotto da Federico Appel (che tradisce con grande abilità in italiano). Si tratta della storia di Respirus, pesce di profondità stufo marcio di vivere fra i rifiuti che fluttuano nel mare, inquinandolo e rendendolo un posto invivibile. Decide, dunque, di provare a vedere fuori com’è. Guizza in superficie spiaggiandosi su uno scoglio e, a dispetto della fisica, impara a respirare gas, gli spuntano le gambe e si avventura sulla terraferma, resistendo al suo caos. Giunto in città, incuriosito dagli umani usi, complicati e sbalorditivi, resta ammaliato da alti palazzi, ed inizia ad arrampicarsi, mentre il suo corpo continua a trasformarsi. Arrivato in cima, sfugge ad onde vibranti, lanciandosi nel vuoto. Ed ecco spuntargli un paio d’ali… però anche in cielo sembra non esserci pace, così per scappare da roboanti motori d’aerei e stormi d’uccelli sale, e sale, e sale verso la stratosfera ed ancora più su, sino a vedere la terra dall’alto; a questo punto, mancandogli l’ossigeno, si vede costretto ad adottare una respirazione esclusivamente interiore. Anche qui, Respirus il resiliente, viene assalito da una miriade di detriti in orbita, ma il suo fiato lo ha fatto gonfiare tanto da trasformarlo in un’enorme pallone, quasi una piccola luna, su cui tutto rimbalza. I colpi dei rottami gli provocano solletico e così esplode in una magnifica, liberatoria, propulsiva risata, che lo fa sgonfiare, lanciandolo in orbita intorno alla terra ad una velocità supersonica. Il suo soffio genera uno scompiglio capace di spazzare via dal Pianeta un’immane quantità di oggetti superflui che verranno mangiati da un buco nero. Respirus, però, nel frattempo precipita, sino a terminare la sua corsa su una spiaggia. Qui viene trovato da un gruppo di bambini, le cui coccole lo rianimano e dolcemente lo riaccompagnano verso il mare. Ritornato a casa, racconta le sue avventure e festeggia, assieme a tutti gli abitanti marini, la rinnovata trasparenza.
È un eroe Respirus? O forse un supereroe da fumetto, un po’ Spiderman, un po’ X-men?
È un pesce, poi un anfibio, un uccello, si adatta, compie un viaggio concentrato attraverso l’evoluzione della specie, come fa il feto nel suo mondo interno al corpo della madre per svilupparsi. E la parabola di Respirus, le sue trasformazioni, passano anzitutto attraverso la respirazione, viatico per ogni pratica meditativa, dunque si tratta anche di un’evoluzione spirituale la sua, per una rivoluzione mondiale.
Un monomito necessario questo piccolo racconto illustrato di Roberto Prual-Reavis, fatto di disegni giocosi, dominati dai toni del blu e del rosa. Tutto è reale, senza mai essere fotografico né moraleggiante, perché la distanza del “mito” o della “leggenda” ci possa parlare ed inondare di speranza, facendoci adottare il giusto respiro per affrontare le sfide che questo presente ci pone davanti agli occhi.
Ascoltiamo questo pesce rosa che arriva a vedere la terra dallo spazio.
Il mondo, probabilmente, sarà salvato dai ragazzini. E dai pesci.
https://www.robertoprualreavis.com/
RESPIRUS di Roberto Prual-Reavis, traduzione di Federico Appel, Sinnos, 2022, pp. 56.
Libreria per Bambini e Ragazzi a Roma, nel quartiere Appio Latino. Nella nostra libreria oltre a tanti spunti di lettura, potrai seguire le nostre molteplici attività, i laboratori e gli eventi destinati ai piccoli lettori
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