INCIPIT, chi ben comincia è alla metà del libro
Rubrica di consigli di lettura del lunedì
2 dicembre
Mia Nilsson, Hugo. Cattivo, sanguinario e … pericolosissimo, Roma, Il Barbagianni Editore, 2019, pp. 44
In libreria dal 21 novembre
“Da qualche parte al Nord, in una casa piccola piccola, in un bosco grande grande, vive Hugo. Hugo è la creatura più cattiva, più sanguinaria che si sia mai vista nel bosco. O almeno così dicono tutti …”
Sarà perché amo l’ora del tè con pasticcini, soprattutto se ad organizzare la merenda sono gli animali dei libri, o sarà perché i coccodrilli mi sono simpatici?
Non saprei, ma la storia di “Hugo”, il nuovo albo illustrato proposto da Il Barbagianni Editore, casa editrice indipendente romana nata nel 2012 (nota soprattutto per la pubblicazione de “L’inventafavole”, il primo gioco di carte del genere) mi è piaciuta molto.
Hugo è un coccodrillo di un bel verde intenso, taglia XL.
Si è esibito come funambolo in un circo, fino al giorno in cui un dromedario, invidioso del suo successo, lo ha scaraventato fuori dal carrozzone dove dormivano. Dopo un lungo viaggio, il coccodrillo si ritrova a vivere in un bosco dell’estremo Nord, in una piccola e linda casetta, con accoglienti poltrone a fiori, servizi di porcellana a cuoricini e sedia a dondolo in veranda.
Il problema di Hugo però non è l’habitat ma il fatto che tutti gli abitanti del bosco (coniglio-riccio-cervo-volpe-scoiattolo-famiglia di cinghiali ecc ecc) alla sua sola vista fuggano terrorizzati, credendo che sia la creatura più mostruosa e feroce del mondo. Reazione in realtà alquanto normale se ci si trova di fronte ad un coccodrillo, senza averlo mai visto prima e a maggior ragione se munito di una bella fila di affilatissimi denti. Dopo vari tentativi di “avvicinamento”, Hugo pensa di preparare una merenda per tutti a casa sua, ed appende “più o meno 27 volantini” agli alberi del bosco per invitare gli altri animali. Merenda che, ovviamente, va deserta. Ormai disperato, Hugo prepara la valigia, pronto a partire per l’Australia. Mentre cammina lungo la strada, sotto un cielo a strisce psichedeliche, riesce miracolosamente a mettere in salvo i figli della signora cinghiale, che avventatamente stanno attraversando la strada senza guardare. A quel punto mamma cinghiale si rende finalmente conto che non ha nulla da temere e propone ad Hugo di … andare a prendere un caffè a casa sua! In un lampo Hugo corre a casa a preparare e poco dopo arrivano non solo la famiglia dei cinghiali ma anche il coniglio, il riccio, il cervo, la volpe e lo scoiattolo. Quando finalmente sono tutti intorno alla tavola imbandita, Hugo esce dalla cucina brandendo coltello e forchetta e sfoderando uno dei suoi migliori “sorrisi”. Gli animali stanno per fuggire di nuovo terrorizzati ma … il lieto fine è assicurato, con grande scorpacciata di torta, biscotti, pasticcini e meringhe e progetti per pomeriggi da passare insieme.
La tematica dell’accettazione del “diverso” e della necessità di vedere “oltre” viene spesso proposta ultimamente anche negli albi illustrati ed è difficile trattare l’argomento in modo non retorico. Ci è riuscita bene Mia Nillson, giovane illustratrice ed autrice svedese, alla sua prima prova con un libro interamente eseguito da lei. La “diversità” del protagonista di questa storia è doppia: Hugo non solo è un coccodrillo che vive in un bosco di abeti invece di nuotare in un fiume africano ma è anche un amante della cucina, della lettura e della maglia, l’esatto contrario del feroce animale che conosciamo. L’accostamento di queste caratteristiche così diverse ed improbabili, genera sicuramente nel lettore una certa simpatia per il protagonista e rende lo scorrere della storia brillante e leggero. Belle e particolari le illustrazioni, nelle quali domina il verde del grosso corpo di Hugo in contrasto con gradazioni di ocra e ruggine.
(Francesca)
Dai 4 anni