“Noi umani siamo molto diversi.”
Com questa affermazione si apre un piccolo gioiello di recente pubblicazione: un libro illustrato tedesco uscito proprio quest’anno per la Publishing house Jacoby & Stuart GmbH, casa editrice berlinese specializzata in letteratura per l’infanzia, e portato in Italia da Orecchio Acerbo.
Si tratta di una sorta di catalogo emozionale che racconta attraverso frasi brevi e disegni essenziali l’incredibile varietà del genere umano. Ritratti a tratti affettuosi, a tratti spietati, disegnano ciò che può e ciò che non può essere detto, cose che si vedono ed aspetti invisibili, impalpabili che pure costruiscono la fibra della nostra specie. Molto interessante come avvengano salti logici da una caratteristica biologica ad un particolare estremamente personale. Gli autori sanno bene come sia impossibile racchiudere l’umanità in qualche disegno e poche parole e proprio per questo scelgono la prospettiva dell’osservazione, del dettaglio. Cosa sappiamo fare? Quali sono i nostri difetti? I limiti? In cosa crediamo? Cosa ci piace e cosa no? Una vista microscopica che però si allarga sensibilmente sino ad abbracciare il mondo intero, per un’ampia galleria di personaggi che, a tratti, rincontriamo fra le pagine. Rincorrere qualcosa che sempre sfugge: l’io, l’altro, la natura. Il mistero che ci abita.
Ho sempre amato i libri che affrontano la descrizione degli esseri umani: imprese titaniche ed assurde, ma che nei libri per l’infanzia, forse perché tentano di ricalcare lo sguardo asciutto e semplice dei bambini, per cui quel che si vede è quel che è, spesso risultano riuscite e certamente utili. Penso a “Gli altri” di Susanna Mattiangeli e Cristina Sitja Rubio (Topipittori, 2014), o al recente “Se vieni sulla terra” di Sophie Blackall (Il Castoro, 2020), ma più di tutti penso ad un albo della mia infanzia, che mi fu regalato dalla mia mamma quando avevo quattro anni, sul quale ho passato ore ed ore, prima sfogliandolo e poi leggendolo e rileggendolo una volta cresciuta, un libro miracolosamente giunto intatto ad oggi e che ho passato a mia figlia, dal titolo “La Gente” dello scrittore ed illustratore olandese-americano Peter Spier, pubblicato negli anni ’80 da Mondadori. Ho fatto alcune ricerche ed in Italia, attualmente, di questo disegnatore portentoso non si trova nulla. Leggendo “Wir Menschen/ Noi Umani” ho pensato a lungo al tratto minuzioso, preciso di Spier, alle sue tavole ricche di dettagli e colori accesi e a quanto quelle di Bernd Mölck-Tassel (illustratore di questo albo) invece, soprattutto in questo lavoro, cerchino colori tenui e linea continua, per tracciare con una chiarezza che si approssima al vero, ma vero non è, un’umanità bisognosa, ancora, dopo millenni, di definirsi, che ancora non ha trovato il segreto che cerca. E’ certamente vero che siamo tutti molto diversi, ma se il segreto fosse che, al fondo, oltre ad avere bisogni identici, oltre ad avere una fisiologia comune, al fondo fossimo animati tutti da una stessa fiammella? Certo sarebbe confortante saperlo, in questo tempo che ci vede tanto spersi.
Intanto confortiamoci e cerchiamo una messa a fuoco con i libri.
NOI UMANI di Dieter Böge e Bernd Mölck-Tassel, Orecchio Acerbo, 2021, pp. 160.
Età di lettura: per tutti.
(Maria)