Incipit, chi ben comincia è a metà del libro!
RUBRICA di consigli di lettura del lunedì
7 NOVEMBRE
“Tanti Natali fa c’era un bambino di nome James. James viveva con la sua mamma, il suo papà e Bertie, il loro cane pastore, in una fattoria in mezzo alla campagna. Avevano mucche, maiali, pecore, galline, anatre, oche, un cavallo che si chiamava Grosso e un asinello che si chiamava Piccolo.”
Michael Morpurgo è nato il 5 di Ottobre, come me. Chissà se i nati in questo giorno condividano certe passioni. Sicuramente lo scrittore britannico ed io due in comune le abbiamo: la scrittura a letto e i libri di Raymond Briggs.
Raymond Briggs l’autore e illustratore di Wimbledon, il padre – per capirci – non solo dello splendido silent The Snowman, ispirazione del libro che racconteremo, ma di quel Babbo Natale un po’ albo illustrato un po’ fumetto (che lo stesso Briggs manderà in vacanza in un esilarante sequel) scanzonato, molto umano, solitario e scorbutico che ha fatto compagnia a tutte le generazioni nate dopo il 1973. Raymond Briggs i cui libri, adesso, in Italia sono tanto difficili da trovare e tutti quei genitori, un tempo bambini, che li hanno amati e vorrebbero farli scoprire ai propri figli restano con un palmo di naso. Ma è qui, proprio in questo punto della storia, che arriva, provvidenziale il gigante Morpurgo.
Come ci racconta Morpurgo stesso nella postfazione del suo nuovo libro (per noi italiani, perché in realtà originalmente fu dato alle stampe nel 2017), gli editori della Puffin Books – costola dedicata alla letteratura per l’infanzia della nota casa editrice britannica Penguin Books – era da anni che gli suggerivano di raccontare con le parole The Snowman di Briggs. Per chi non conoscesse l’opera di Morpurgo (che, comunque, avendo all’attivo quasi un centinaio di pubblicazioni è arduo padroneggiare del tutto), va detto che il signore in questione se la cava parecchio bene con le storie natalizie: da The best Christmas present in the world illustrato da Michael Foreman, passando per Grandpa Christmas illustrato da Jim Field, fino ad arrivare On Angel Wings illustrato da Quentin Blake (questi ultimi due titoli sono stati portati in Italia dalla casa editrice Jaca Books) i suoi racconti vanno dritti al cuore, spremendo tutto il meglio che si può ancora spremere dal succo di una festività tanto diffusa quanto, troppo spesso, fraintesa.
Insomma, riprendendo il filo della storia, dopo molto tempo, Michael accetta la proposta e si decide a raccontare una storia già raccontata in un modo diverso, il suo:
“Confesso che mi è piaciuto moltissimo scriverla. Mi sedevo nella mia casa su ruote in giardino, una specie di capanna da pastore, e scrivevo come sempre faccio, a mano, immaginando di raccontarla a un pubblico di bambini che probabilmente conoscevano e amavano già la storia quanto l’amavo io. In questo modo li ho avuti dalla mia parte fin dall’inizio. E loro ascoltavano ogni parola avendo le figure già in mente.”.
James è un bambino felice, che vive con la sua famiglia in una fattoria, adora il suo cane e le storie della buonanotte lette dalla nonna prima di addormentarsi. Soffre di balbuzie e per questo a scuola viene preso in giro, ma gli scherni dei compagni non sembrano lasciare segni troppo profondi, e James vive imperterrito la magia della sua infanzia, anche se spesso si sente solo e un po’ triste. Sta per arrivare Natale e lui ci sono due cose che desidera più di tutto: che nevichi e che Babbo Natale gli porti una mountain bike verde. Si addormenta così, strizzando forte gli occhi, la notte prima della Vigilia, per risvegliarsi, al mattino, completamente circondato dal bianco. James esce e passa tutta la giornata fuori, intento a costruire il pupazzo di neve perfetto, al quale riuscirà a dare il sorriso perfetto, non un sorriso enigmatico, ma un sorriso… allegro! Tutta la famiglia ammira il capolavoro, però si è fatto tardi ed è ora di rientrare a casa. James, chiaramente, vorrebbe restare lì fuori con il suo nuovo amico, ma non si può. E’ notte, tutti dormono tranne James che aspetta l’arrivo di Babbo Natale, è nella sua stanza quando sente dei rumori che vengono da fuori, così esce e scopre che il suo pupazzo è vivo. Sì, si muove, saltella. Inizia così la parte centrale del racconto, che vede i due protagonisti di un’avventura che li porterà, tra voli e atterraggi bruschi, dalla fattoria sino al Paese dei Pupazzi di Neve dove abita nientedimenoché Babbo Natale! La nonna di James sarà testimone di questa misteriosa faccenda e James, al ritorno, non sarà più lo stesso. La mattina di Natale il pupazzo di neve non sarà più al suo posto, ma ad attendere James ci saranno altre sorprese, piccoli doni e doni per la vita.
Un romanzo breve, più che un racconto, questa prova di Morpurgo, che ci consegna una storia di amicizia e desiderio caldissima e commovente, scritta con grande eleganza ed esattezza ed illustrata da Robin Shaw che si richiama dichiaratamente e rispettosamente ai disegni originali di Briggs, utilizzando la tecnica a matita ed usando il bianco e nero come escamotage per sospendere nel tempo la storia, sottolineandone l’atmosfera fra sogno e realtà che la domina. Interessante è anche l’appendice dove troviamo, dopo aver letto il libro, la storia del Pupazzo di neve nel corso degli anni, un elenco di alcune fra le più particolari tradizioni di Natale nel mondo ed alcuni preziosi consigli su come fare un pupazzo di neve perfetto.
Ringraziamo, dunque, il vecchio e caro Briggs, Sir Morpurgo e

Rizzoli

per questo prezioso regalo di Natale, che ci fa sorridere e ci fa, oggi, il cuore un po’ più lieve.

IL PUPAZZO DI NEVE Il romanzo ispirato alla storia originale di Raymond Briggs di Michael Morpurgo, Rizzoli, 2020, pp. 160.
Età di lettura: dagli 8 anni
(Maria)