INCIPIT, chi ben comincia è alla metà del libro
Rubrica dei consigli di lettura del lunedì
11 NOVEMBRE
Astrid Lindgren – traduzione di Laura Cangemi, L’uccellino rosso, Milano, Iperborea, 2019, pp. 127
In libreria dal 16 ottobre
“MOLTO TEMPO FA, NEI GIORNI DELLA MISERIA …”
Cominciano tutti così i quattro racconti della grande Astrid Lindgren, finora inediti in Italia e scritti nel 1959, pubblicati nel mese scorso da Iperborea Casa Editrice, con il titolo del primo, “L’uccellino rosso” (in realtà nell’originale svedese il titolo della raccolta è “Sunnanän”, il felice paese di “Pratofiorito” che compare nella prima storia).
Si tratta dell’ultima “perla” della collana di narrativa Miniborei, composta tutta da titoli di letteratura di autori nordeuropei (in linea con la specializzazione editoriale della casa) e che ha ricevuto proprio quest’anno il premio Andersen. Tanti i libri finora selezionati e premiati in vari contesti, sia per l’alta qualità delle storie e per l’eccellenza delle traduzioni (anche in questo caso opera di Laura Cangemi), sia per la veste grafica accurata ed il formato realmente tascabile.
Quattro fiabe quindi, che sembrano immerse in un’aria cristallina, simile a quella che possiamo percepire dopo una nevicata in montagna. Tutte hanno per protagonisti bambini: Mattias e Anna, Malin, Stina e Nils. I primi due sono una coppia fratelli orfani, costretti a lavorare duramente in una stalla. Un giorno inseguendo un uccellino rosso, arrivano alle porte di “Pratofiorito”, un luogo fatato dove i bambini giocano, accuditi da una mamma che prepara deliziosi cibi. La piccola Malin, orfana, vive in un ospizio per i poveri, ma sa che se riuscirà a piantare un tiglio suonatore e ad avere un usignolo canterino tutto intorno a lei cambierà. “Tum tum tum tante pecore oggi quante nel dì passato, ben alto è lo steccato”: dopo aver recitato quest’antica filastrocca, Stina Maria finisce prigioniera del magico popolo dei “sottoterrestri”, di cui il nonno le ha tanto raccontato. Costretto a letto dalla malattia, Nils si ritrova in sogno tra le mura del castello dipinto nella sua stanza e coraggiosamente riesce a salvare il re Magnus rinchiuso nella torre.
Atmosfere quindi molto diverse da quelle scanzonate e irriverenti della notissima Pippi: storie molto reali d’infanzia deprivata, che si confronta in vario modo con la durezza del mondo degli adulti e della vita quotidiana. Questa viene affrontata con coraggio e determinazione; il mondo fantastico è però per tutti i protagonisti un rifugio, un ristoro e un prezioso alleato, quasi un “pulsante segreto” che se trovato permette di prendere fiato e affrontare la realtà circostante. Un tocco particolare viene dato dall’alternanza di rosso e grigio delle illustrazioni, che sembra quasi rimarcare il contrasto tra fantasia e realtà.
Mi ha colpito poi il “panorama nordico” nel quale le storie sono immerse: la rappresentazione della natura scandinava, davvero spietata in inverno ma ricca di profumi e colori nella breve stagione primaverile ed estiva, mi ha richiamato alla mente la durezza del clima sperimentata in pieno giugno, durante un recente viaggio in Norvegia, subito però stemperata all’apparire (assai raro e breve in verità) del sole.
Freddo, freddissimo, quindi. Ma forse più fa freddo e più il cuore e le membra possono essere scaldati dal calore e dalla luce dell’immaginazione e delle storie.
(Francesca)
Età di lettura dagli 8 anni