Una prof. racconta

Se penso al primo giorno di scuola, ai primi giorni di scuola da prof, non posso non pensare al primo giorno dello scorso anno. Pioveva a dirotto, mentre entravo nella sede centrale per prendere servizio un allarme gracchiava: “Evacuare lo stabile, pericolo, ripeto…evacuare… ” Mi guardo intorno e la commessa in portineria mi fa : “Non si preoccupi professoressa, vada vada, 1 piano a sinistra”. Insomma come inizio abbastanza da film.

Non prometto questi colpi di scena  ma qualche riflessione, racconterò la mia esperienza di prof. di lettere (precaria) nella scuola secondaria di I grado, lo so, era più facile chiamarle medie, ma adesso si chiamano così. La mia esperienza attorno a un mestiere complesso ma sempre affascinante, ma soprattutto con un libro come amico, compagno di avventure scolastiche.

Libri “amuleto”

Non vogliatemene ma sono pur sempre un’antropologa terrona, il porta fortuna, l’oggetto rituale è stato sempre presente nella mia vita. All’Università c’erano i riti scaramantici, ma soprattutto portavo con me una castagna matta ( quelle castagne un po’ rotondette che poi ho scoperto essere utilizzate per moltissimi usi) raccolta a Lourdes… mi ha portato bene dal primo esame alla Laurea e non l’avrei dimenticata per nulla al mondo.  Da prof ho i miei libri “amuleto”, i miei libri porta fortuna, quelli che stanno sempre nello zainetto, tra astuccio, gessetti ( che a scuola non ci sono mai), cassetti improbabili in sala prof  e libri di testo.

Il mio libro amuleto è senza dubbio “Poesie nelle tasche dei jeans” di Chiara Carminati, Bompiani Editore 2018.

Le ragioni sono moltissime, ma per lasciare anche a voi il gusto di trovarne  altre, ve ne elenco solo 3:

  • E’ un libro di poesie: quindi sono brevi e incisive. La parola poetica di Chiara Carminati arriva in fondo, accarezza e colpisce chi l’ascolta. I ragazzi hanno bisogno di parole, parole nuove, belle, musicali, parole per raccontare e raccontarsi, parole che hanno perso, che devono ritrovare per crescere e comprendere, parole per andare alla ricerca delle proprie, come in questa poesia in cui un dialogo iniziato come una discussione tra una persona grande e un ragazzo/a si trasforma in una poesia:

 

 Non ti riconosco

Non ti riconosco, dice

E poi chiede:

Ma cosa ti succede?

Respiro profondo.

Ma cosa le rispondo?

Se non mi trovi, cercami

Nel vapore che si trasforma

Nell’onda che scappa e ritorna

Nel muschio che afferra la roccia

Nello strazio

del fiore che sboccia.
  • A scuola c’è bisogno di poesia: non trovate che le nostre aule siano sempre un po’ fredde, asettiche, che quella stanza dove trascorrono molte ore i nostri studenti debba essere una stanza “senza più pareti” come dice la canzone di Gino Paoli? Dove si possa respirare aria buona non perché abbiamo le finestre aperte per areare ma per ossigenare il cervello? I ragazzi hanno uno straordinario bisogno di poesia. Poesie per  comprendere che  siamo fatti di corpo e mente e che la mente ha bisogno di respirare, lasciarsi andare, che c’è un oltre, un pensiero, uno sguardo al di la della finestra. E così si può anche decollare….
Decollo

Ma certo che vi

Ascolto, davvero

Mi interessa molto, ma

Quando

Guardo la finestra

Non posso stare fermo

Tiro il freno, sento

Vibrare gli alettoni

E un rumore qui

 Sotto lo sterno

Il rombo di un reattore

Messo in moto, la torre di controllo

Dà un segnale, io corro al suolo rullo

Sfondo l’aria ecco mi stacco

E di colpo ho solo

Il vuoto

Intorno.

Dicono che non sto attento

Invece ci vuole

Concentrazione per sfidare il vento
  • Iniziare la lezione con una poesia è un fantastico modo per avere immediato silenzio: si lo so ciascuno ha la sua tecnica e riesce a “tenere” la classe in modo diverso, invidio sempre le colleghe e i colleghi che con un solo sguardo riescono ad ottenere silenzio. Io ho trovato il mio modo: “Una poesia al giorno” come l’ha intitolato un mio alunno. Entrare in classe, aprire il libro e leggere, ovviamente pensando a loro, alla loro classe, a quanto è successo il giorno prima, ma anche solo per il gusto di assaporare insieme un momento di silenzio e riflessione, senza intenti didattici, ma facendo loro scoprire che la poesia è bellezza, e io non voglio privare i miei alunni della bellezza del mondo.
Controversi

Graffia rabbia sorda

Cade il tempo che si strappa

Poesia filo di corda

Nel buio ci si aggrappa

In uno sguardo

Anneghi in uno sputo

Poesia è un silenzio forte,

è un urlo lungo e muto

Sorgente d’acqua dolce

Nei mari più sommersi

Poesia è voce chiara,

pensieri controversi

La vita che si incide

Profonda sulla pelle

Poesia è una parola

Libera e ribelle.

GIULIA